
Il sindaco di Saonara, W.S., ha interpretato il suo ruolo di primo cittadino in maniera molto ampia in questi dieci anni. Sulla stampa quotidiana, di solito molto amica, è intervenuto spesso affrontando temi molto lontani dalle incombenze amministrative della sua carica. Ci ha fatto conoscere, anche se non richiesta oppure non opportuna, la sua personale opinione su molti argomenti di cultura e società. Mi ricordo, ad esempio, alcuni suoi interventi su temi educativi relativi all’uso del telefonino da parte dei ragazzi. Insomma non ci è mancato un sindaco psicologo o pedagogista. Da buon ex commerciante sa che bisogna sempre essere sulla stampa amica per rinfrescare nella mente degli elettori la propria esistenza.
Ora è toccato il turno del Sindaco virologo. Anch’io, andando a far la spesa, ho letto il suo scarno comunicato in cui con toni enfatici W.S. invita i concittadini a vaccinarsi in nome della libertà e della solidarietà. Mi è venuto subito in mente il motto della rivoluzione francese: libertà, eguaglianza e solidarietà. Il nostro Sindaco stavolta è volato alto, complimenti! Personalmente però ho alzato le spalle con un risolino e non ho dato molta importanza alle opinioni del primo cittadino in campo sanitario.
Ogni sera sulle TV affrontano le gravi questioni relative alla pandemia medici, veri virologi, responsabili sanitari e altri esperti. Tutti con diverse motivazioni invitano a vaccinarsi (personalmente, sono già convintamente vaccinato da un pezzo). Se le opinioni autorevoli di molti esperti, alcuni dei quali conosco personalmente perché operano in ambito universitario, non sono riuscite a convincere persone timorose, preoccupate, forse poco informate, o che hanno altre motivazioni personali per non vaccinarsi, non credo che il piccolo proclama di un sindaco di campagna come quello di Saonara potrà avere qualche effetto. In fondo, il nostro Sindaco è un ex-commerciante che immagino non abbia vere competenze sanitarie. Che valore può avere allora la sua opinione, anche se è Sindaco? Solo un’altra occasione per farsi un po’ di pubblicità, usando parolone come libertà o solidarietà? Credo proprio di sì. Con poca fatica si è conquistato un paginone sulla stampa in un periodo estivo in cui ci sono poche notizie vere.
Ad ogni azione incauta corrisponde una reazione. È quasi ovvio allora che in questo contesto molto problematico qualcuno abbia espresso legittimamente il suo dissenso, magari anche con toni un po’ forti. Nell’epoca dei media, poi, tutto è amplificato. Come il primo cittadino esprime la sua opinione, anche altri cittadini possono dire la loro. Poiché la questione tocca temi fondamentali come la libertà individuale o il diritto alla salute, è naturale che gli animi si infiammino e la polemica diventi accesa, anche se per il sottoscritto risulta poco comprensibile.
Se poi il Sindaco, come si racconta sulla stampa, è stato minacciato, a lui va la mia piena solidarietà. Ma so anche che il nostro primo cittadino è fortemente allergico ad ogni critica e non vorrei che la narrazione mediatica avesse preso il sopravvento sulla realtà dei fatti. Il Sindaco virologo non dovrebbe lamentarsi per le sue disavventure, peraltro prevedibili, ma riflettere su come in questi anni ha interpretato in maniera strumentale il suo ruolo, ponendosi sempre al di sopra di tutto e di tutti. Personalmente non credo che basti indossare la fascia tricolore per godere di una particolare credibilità. Non si è autorevoli perché si ricopre la carica di Sindaco, come lui crede e va dicendo in giro. Al contrario, si dovrebbe ricoprire la carica di Sindaco perché persone autorevoli e stimate dalla comunità. Ma questa è un’altra questione difficile da sbrogliare, almeno a Saonara, se si guardano attentamente i fatti.
Prof. Mario Pomini